I racconti d’appendice (21)




  



VIVI OGNI GIORNO DELLA TUA VITA COME FOSSE L’ULTIMO

(quarta puntata)

Continuando ad agire d’impulso, in modo quasi automatico, Romano si diresse a piedi verso la sua banca. Aveva qualche risparmio depositato, una piccola cifra, circa sei milioni di lire. Era tutto quello che era riuscito a mettere da parte in quindici anni. Ritirò metà della somma e telefonò ad una delle sue conoscenze più strane e particolari.
Un tempo aveva avuto, per qualche mese, la passione per le corse di cavalli. E in quel periodo aveva conosciuto un uomo simpatico e intraprendente, che era un vero esperto del settore. Per la mossa che aveva in mente di fare quel giorno, era lui senz’altro l’alleato ideale.
« Ciao bello, sono Romano. Hai qualche dritta per le corse di oggi? – lo investì in modo eccitato e frettoloso – Ho un po’ di soldi da rischiare. »
« Quanti? » chiese l’amico, senza perdersi in discorsi inutili.
« Tre milioni…» rispose lui con fare provocatorio.
« Tre milioni?!? » esclamò l’amico dopo un attimo di perplessità
« Ok, aspettami all’agenzia di via degli Alfani, tra venti minuti sono lì. »
Quello che gli piaceva del suo strano amico era proprio quel fare all’americana, quell’essere di poche parole per buttarsi immediatamente nei fatti… Non gli chiese nient’altro. Si videro, decisero il cavallo su cui puntare e si diedero appuntamento per il dopo-corsa. Ovviamente, se il cavallo avesse vinto, al suo amico spettava una piccola percentuale.

Nell’attesa Romano iniziò a girellare per il centro della città. Fischiettava ed era allegro, eccitato, gasatissimo. Quel riuscire ad osare delle azioni estreme e rischiose, quel suo essere disposto ormai a giocarsi il tutto per tutto lo inorgogliva, gli dava forza e sicurezza, lo faceva sentire più poeta, più maledetto, più affascinante.
E per la strada evidentemente la sua energia frizzante si notava. In molti quella mattina lo osservavano: uomini, ma soprattutto donne. Le belle straniere di cui Firenze è sempre piena lo guardavano, gli sorridevano, ammiccavano verso di lui. I due o tre conoscenti che incontrò per caso gli dimostrarono una particolare attenzione e disponibilità. E anche l’edicolante, la vigilessa, la cameriera del bar ebbero verso di lui un atteggiamento particolarmente cordiale. Tutto sembrava scorrere liscio intorno a lui. Entrava nelle situazioni della vita quotidiana con scioltezza e facilità, come un coltello nel burro. Gli ostacoli dell’imbarazzo e i piccoli problemi di relazione che si creano nei comuni rapporti umani sembravano per lui del tutto superati.
« Ma cosa succede? – pensò – Cosa sta succedendo? » Non riusciva a capire bene il motivo della strana atmosfera che sentiva intorno a sé. Pensò alla magia, pensò agli incantesimi. Pensò che ancora una volta doveva inchinarsi di fronte all’assoluta imprevedibilità della vita.

Quando poi nel pomeriggio tornò all’agenzia ippica, la sua contentezza divenne vera e propria felicità: il suo cavallo aveva vinto e lui aveva raddoppiato la sua somma. Tre milioni! Tre milioni da un momento all’altro! « Il rischio paga! – pensò mentre incassava i soldi – Il rischio paga…» Tutto ormai lo spingeva a continuare su quella strada.
Appena uscito dall’agenzia, vide una bellissima ragazza francese venirgli incontro per chiedergli se poteva accompagnarla a visitare la basilica di San Lorenzo. Romano, ancora una volta spiazzato da quell’ennesimo episodio di “successo personale”, ovviamente acconsentì. Simpatizzò rapidamente con lei e stette un paio d’ore a farle compagnia: passeggiando, scherzando, chiacchierando vivacemente. Quando si dovettero lasciare, lei gli chiese se poteva avere il suo numero di telefono e dandogli un tenero bacetto di saluto, in uno stentatissimo italiano gli disse: « Ti chiamerò…Ho voglia di rivederti. Au revoir!…»
Romano ormai non si meravigliava più di niente. Mentre tornava a casa, alle cinque e mezzo del pomeriggio, cercava di capire il senso profondo di quella magica giornata. « Poteri della suggestione! – disse a bassa voce fra sé sorridendo – Quando funziona, può davvero cambiare la realtà! » E subito dopo, con una strana forma di prudente timidezza, sussurrò: « Viva la muerte! »
Sentiva ormai di star avvicinandosi alla spiegazione di uno dei grandi misteri della vita.

Salito in casa, si era appena disteso sul letto, quando sentì squillare il telefono.
« La francese! » pensò meravigliato. Ma appena alzò il ricevitore sentì la voce indispettita di Rossana che lo investiva:
« Ma dove sei stato? Alla bancarella non c’eri e questa è la quarta volta che ti chiamo! »
« Questo è troppo! » pensò Romano, decidendo in fretta cosa dire, con quale atteggiamento reagire a quella inaspettatissima telefonata… Era la prima volta che Rossana lo chiamava di sua iniziativa, era la prima volta che gli chiedeva con foga e interesse cosa avesse fatto.
« Calma, dolcezza – rispose con tono rilassato – Calma. Ero uscito. »
« Come, eri uscito? Non hai aspettato che ti richiamassi? – si lasciò sfuggire lei. Ma subito dopo, riprendendosi: « Sei veramente strano, tesoro, che ti succede? »
Quel “tesoro” pronunciato con tono affettuoso fu una vera carezza sul cuore di Romano. Era la prima volta che lei gli si rivolgeva in modo così dolce e confidenziale.
« Ho vinto tre milioni ai cavalli! » tagliò corto lui.
« Ma dai Romano, non dire cretinate per favore! » disse lei spazientita da quella serie ininterrotta di colpi di scena.
« Davvero Rossana! Ti giuro! Ho vinto tre milioni! Anzi… – avendo ormai rotto gli argini della timidezza nei confronti di lei, a quel punto Romano si buttò – anzi, ho da farti una proposta! Senti: vengo a prenderti, andiamo in uno dei tuoi negozi preferiti, compriamo il vestito più bello e più costoso e poi andiamo a cena nel ristorante più caro ed esclusivo della città. Ok? »
Rossana rimase ancora una volta allibita da quell’atteggiamento così sciolto e aggressivo. Restò un attimo in silenzio, cercando il modo giusto di reagire a quell’ennesima novità, e poi, incuriosita dalla prospettiva del regalo e di un Romano ricco e prodigo, decise di accettare.
« Ok! – disse con tono perplesso, assumendo di nuovo, in extremis, la sua aria distaccata e sicura di sempre – Passa da casa mia alle sette e un quarto. »
Romano attaccò il ricevitore e fece un grosso respiro come di sollievo. A quel punto si perse in una nuvola di sogno. Stava davvero accadendo di tutto quel giorno e lui, completamente stordito da tante novità, si buttò in quella serata a corpo morto, senza chiedersi più niente. L’onda della vita lo stava ormai letteralmente travolgendo.

Quella sera lei era bellissima. Ben vestita, tiratissima, disponibile e sensuale. E tutto fu nuovo tra loro. Romano si mosse con scioltezza e sicurezza e Rossana giocò tutte le sue carte di “grande donna”, quelle carte che con lui non aveva mai giocato per paura di illuderlo e di farlo soffrire inutilmente.
Alla fine si ritrovarono in un letto a casa di lei. Fecero l’amore passionalmente, in modo dolce e rilassato, come se lo avessero fatto ogni giorno durante l’anno trascorso da quando si erano conosciuti. Prima di addormentarsi Rossana, soddisfattissima, lo abbracciò con tenerezza e disse ridendo: « Stai a vedere che sono sempre stata innamorata di te e non me ne ero mai accorta! »

***

Da quel giorno la vita di Romano cambiò radicalmente. Tutto era successo in modo così improvviso e tumultuoso che lui non sapeva più cosa pensare. Non riusciva a capire quale era stata la vera causa di quella “rivoluzione esistenziale”: se l’improvviso trovarsi di fronte alla morte o la sua decisione di vivere solo il presente; se il colpo di fortuna dei tre milioni o la realizzazione della sua storia d’amore con Rossana.
Non capiva bene quale era stata la causa di quella svolta, ma, comunque, constatava che nella sua vita tutto era cambiato in meglio. Una grande quantità di avvenimenti piacevoli e sorprendenti lo travolse, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Così, più gli accadevano cose piacevoli, più aumentava la sua sicurezza, e più aumentava la sua sicurezza, più aumentavano il suo ascendente sulle persone e sulle situazioni. Si trovò insomma in un circolo virtuoso, in cui la sua forza cresceva automaticamente con un movimento a spirale.

Continuò a scommettere e a rischiare i suoi soldi, realizzando grosse vincite. Accumulò una notevole somma di denaro e con l’aiuto di Rossana, che per gli affari aveva una vera vocazione, cominciò ad investire in borsa, comprando azioni di vario tipo. E alla fine, in società con lei e con un suo conoscente espertissimo del settore, si buttò nella realizzazione di una catena di negozi di abbigliamento.
L’operazione ebbe un immediato successo. In breve il marchio divenne di gran moda in tutte le città in cui erano stati aperti i negozi, e Romano divenne veramente ricco. Non aveva mai cercato la ricchezza, ma quella ricchezza improvvisa, piovutagli addosso da un momento all’altro, gli piaceva e lo coinvolgeva. Era un nuovo gioco, una nuova grossa emozione che la vita ora gli offriva e che non aveva mai provato prima.
Anche la storia con Rossana ebbe uno svolgimento quasi perfetto. Quell’essersi scoperti all’improvviso, la sorpresa magica di quell’ “incontro del destino”, aveva reso il loro amore dei primi tempi una specie di sogno romantico e trascinante. E quell’idillio fece aumentare a dismisura la loro energia, sia nel lavoro che nelle relazioni sociali in generale, si muovevano insieme nella vita con una totale e indistruttibile armonia.

Romano passò insomma di successo in successo, sembrava che la vita cercasse lui e non viceversa. Era diventato magnetico. Attirava inevitabilmente l’attenzione benevolente di chiunque incontrava. Era cercato, adulato, corteggiato da tutti: i vecchi amici lo rivalutavano e si riavvicinavano a lui con curiosità e i nuovi gli si appiccicavano addosso appena lo incontravano; tutti infatti sentivano di avere solo da guadagnare dalla vicinanza di un uomo così sicuro di sé, così energico, così vitale…
Lui viveva tutto questo con un senso di consapevolezza molto vago. Pensava ogni tanto a certi personaggi classici della letteratura, anche loro travolti da strani incantesimi. Pensava a Faust, pensava a Dorian Gray. Si chiedeva quale magico e misterioso tasto della vita avesse toccato, cercava di spiegarsi in qualche modo le ragioni di quel suo improvviso “essere baciato dalla fortuna”… Quante volte l’aveva cercata, la fortuna? E ora, ora che si era trovato sull’orlo della catastrofe, proprio ora l’aveva trovata!
All’inizio talvolta ripensava alla malattia, che ogni tanto si faceva sentire; ma appena le fitte di dolore si placavano, tornava a immergersi nella sua nuova vita, che lo riassorbiva completamente e gli faceva bypassare ogni pensiero negativo. Non parlò con nessuno di quello che gli era accaduto, neanche con Rossana, e a poco a poco non ricordò neanche più la svolta fatta e le ragioni di quella svolta. Si lasciò andare completamente al suo favorevole destino e si ubriacò di vita, di amore, di successo.

continua…

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